Vittoria ha assorbito, in modo determinante, le novità artistiche del movimento modernista novecentesco, al punto da poter essere denominata Città del Liberty.
La raffinatezza ornamentale, la sinuosità e flessuosità delle linee costruttive e decorative, la stilizzazione degli elementi, il connubio ferro-cemento- vetro-pietra, sono tutti elementi incisivi e caratterizzanti dell’Art Nouveau, presenti nel nostro Liberty locale.
E’ il Liberty degli scalpellini, dei capimastri, dei decoratori, a volte assistiti da ingegneri e geometri, raramente da qualche architetto. La committenza a Vittoria proviene sia da una ricca e nuova borghesia evoluta che da famiglie del ceto medio, da artigiani e agricoltori benestanti, arricchiti dagli introiti che la produzione della vitivinicoltura offriva, garantendo loro, una significativa crescita economica e una nuova posizione sociale.
Il periodo che va dal 1900 al 1940 caratterizzerà Vittoria, conferendole un aspetto tipicamente Liberty. Nascono così opere equilibrate e moderne, il cui ornamento delle facciate è raffinato e incisivo. I prospetti delle case, come dei palazzi, caratterizzati spesso dalla linea flessuosa e ondulata, sono arricchiti da decorazioni floreali che, pur richiamando, alcune volte, il passato, si risolvono in equilibrati ed armonici motivi ornamentali. Fregi, pannelli e architravi, delimitati spesso da elementi sinuosi, ornati da grappoli d’uva, simbolo della ricchezza vittoriese, e da intrecci floreali e geometrici, in cui si annida la figura femminile, ridotta a simbolo, dal volto sognante e dallo sguardo equivoco, caratterizzano, in maniera elegante e raffinata, l’opera architettonica.
I prospetti, nell’alternanza dei vuoti e dei pieni e nell’eleganza delle colonne e dei pilastri, appaiono ricercati sia nei fastigi squisitamente decorati, sia nelle estrose inferriate, sia, infine, negli spioventi delle coperture la cui fascia estrema è animata all’interno da un pittoricismo equilibrato nelle varianti tonali.
All’interno delle case la composizione, dipinta al soffitto con tecnica a tempera, presenta dinamicità e immediatezza espressiva, caratterizzata dalle leggere pennellate del colore fluido, trasparente e morbido e dall’efficace amalgama cromatico.
Si può perciò concludere che ognuna delle strutture architettoniche, pur risentendo di alcune orchestrazioni moderniste, realizzate da grandi architetti e progettisti nelle diverse città italiane, viene riletta, interpretata e inglobata nella tradizione locale, pervenendo a risultati alquanto felici e spesso originali attraverso la straordinaria capacità progettuale, costruttiva, creativa e artigianale degli artefici del nostro Liberty: Salvatore Battaglia, Nicosia Giovanni e Luigi, i fratelli Strazzulla, Emanuele, Francesco e Giovanni Mazza, Vadalà, Nifosì, Emanuele Ingrao, Emanuele Bucchieri, Giovanni Scribano, Carmelo Toma, Giovanni e Salvatore Li Rosi, Scapellato, Galofaro, (grandi scalpellini della pietra, abili cementisti e artisti del ferro battuto e del legno); i tecnici: geom. Salvatore Li Rosi, geom. Giunta, geom. Re, geom. Lo Monaco, arch. Sada, ing. Battaglia, ing. Di Geronimo, ing. Mangione, ing. Mazza, ing. Astuto, ing. Arezzo; e infine i decoratori degli interni: Alessandro Abate, i fratelli Santocono, Corrado Malfa, Di Rosa, Strazzeri, Morganti, Floridia, Pirrone e il nostro Vito Melodia che, plasmando, dipingendo e decorando, ha lasciato un grande patrimonio artistico di particolare bellezza e di indelebile espressività.

Si segnalano alcune strutture architettoniche di particolare bellezza: proprietà Battaglia-Mangione (1913, via Matteotti n. 210) con decorazioni interne di Vito Melodia; Carfì-Banca Credem (1923, via R. Cancellieri n. 71); Di Vita-Lo Monaco Miccoli (1925, via Cacc. delle Alpi n. 99); Traina ex Teatro-Cinema Garibaldi (1920-33, via Cavour n. 120); Cassibba-Barrano (1925, via Dei Mille n. 167); Melodia-Piazzese-Busacca (1913, via Matteotti n. 253); Scifo (1925-33, via P.pe Umberto n. 3) con decorazioni interne di Antonino Cannì; Samperisi-Amodei (1918-20, via C. Alberto n. 243); Sciveres-Areddia (1930, via Matteotti n. 166); Battaglia-Garrasi ex Hotel Firenze (1900-10, via Garibaldi n. 84); Fulco-Ceci Cerruto (1924-25, via Garibaldi n. 178); Giudice-Campo (1925-30, via Cavour n. 264); Marangio-Terranova (1927-30, via Rattazzi n. 55); Spinella-Sannino (1931, via Magenta n. 83); Azzara- Pinturo (1930, via Gaeta n. 156); Ciancio-Fontana (1926-30, via C. Alberto n. 124); Trombatore-Lo Monaco (1924-25, via Cavour n. 339); Lo Monaco (1930, via Cavour, 340); Pancari, oggi Rizza (1913, dell’arch. Sada, via Bixio n. 31). Decorazioni Liberty estrose e raffinate, realizzate dagli artisti menzionati, si trovano nei seguenti palazzi eclettici e liberty: Jacono- Rio-Aurispa (Vito Melodia); Porcelli-Cucuzzella (A. Abate e Vito Melodia); Di Caro-D’Izzia- Caudullo (Alessandro Abate); Scrofani-Contarella (G. Santocono); Giudice-Gucciardello- Azzaro (Vito Melodia), nella cui abitazione esiste anche un pavimento intarsiato in pece e pietra locale di straordinario interesse artistico; Mandarà (Vito Melodia); Fichera-Lo Monaco (Di Rosa); Disca-Traina-Ragona (Corrado Malfa); Marangio-Di Quattro (Vito Melodia); Lucchesi-CGIL (Vito Melodia); Calì-Calì (Vito Melodia); Re (Vito Melodia); Maltese-Occhipinti (Vito Melodia); Lucchesi-Baglieri (Vito Melodia); Traina (Vito Melodia e Salvatore Pirrone); Busacca- Mangione (Corrado Malfa); Mauceri-Gallenti (Vito Melodia); Longobardo-Mangione (Vito Melodia e Giovanni Morganti); Frasca-Gallotta (Vito Melodia).

Indirizzo: Via Rosario Cancellieri, 71

Indirizzo: Via Garibaldi, 84

Indirizzo: Via Dei Mille, 167

Indirizzo: Carlo Alberto, 124